9 agosto 2023
L’avventura del giro del mondo in Basilicata inizia dal più piccolo paese della provincia di Matera.
286 abitanti, che d’estate diventano forse 2000, perché noi, in Basilicata, siamo tanto affezionati all’emigrazione quanto gli emigrati sono affezionati alle loro radici, così da tornare al paese almeno una volta l’anno.
E chi resta, come tutti noi lucani, si inorgoglisce nel mostrare gli emigrati illustri: a Cirigliano è nato il nonno del fondatore dell’alfa Romeo, esiste ancora il suo palazzo; un po’ di Cirigliano è orgogliosamente nelle alfette e giuliette che sgominavano bande di criminali per tutto lo stivale. Onore al merito a chi ce l’ha fatta partendo dal paese più piccolo della provincia secondaria (la vergogna d’Italia) di una regione inesistente.
Tanto più onore a chi è rimasto e vedendo spopolare ogni giorno di più il suo paese, perdendo pezzi di esistenza e di sussistenza, ha adattato la propria vita ai ritmi lenti e ai silenzi maestosi della natura.
Come Giovanni che mi conosce per caso nel bar e mi offre l’aperitivo (perché noi al sud facciamo così: non esiste che entri in un bar e chi è dentro non ti offra qualcosa!) ma è in abiti da lavoro, quindi si cambia e arriva più tardi alla presentazione.
Lui qui ci è rimasto, cavando pietre, lavorandole, rendendole opere d’arte.
Cirigliano è un gioiello di pietra. Strade e case e chiese sono costruite con la pietra autoctona che mani sapienti continuano a lavorare e menti vivaci ad esportare.
Di pietra sono tutte le case e le chiese e le strade, e anche il castello, con la sua torre ellittica, unica nel suo genere, come mi spiega orgogliosamente il sindaco, Franco Galuzzi.
Una pietra particolarissima, poi, è il masso scavato per ricavarne una chiesetta. Si racconta che un brigante pentito, stabilitosi qui, abbia scavato personalmente quella roccia per devozione alla madonna. E sono davvero suggestive sia la storia, sia la cappella in sé che non è altro che un enorme macigno e solo l’occhio attento vi scorge la cappella all’interno.
L’accoglienza degli abitanti di Cirigliano è inversamente proporzionale alle dimensioni del paese.
Provate a fare una passeggiata nel bosco di Montepiano (lo stesso dal quale gli accetturesi prendono il cerro per la festa del maggio, ma di questo parleremo altrove), troverete il mitico Salvatore pronto ad accogliervi nel parco avventura, e a farvi da cicerone per tutto il paese!
Insieme al sindaco, Salvatore ha anche organizzato la presentazione, affidata all’unico laureato in lettere di Cirigliano, Francesco, un ragazzo di una cultura raffinata e una gentilezza di altri tempi che vive a Modena e, come tutti, rientra a “casa” d’estate.
La serata piacevolissima passa tra chiacchierate, domande, letture, un momento veramente interessante e stimolante con persone cordiali e motivate all’ascolto.
Vado via col desiderio di tornare in questo fiore di pietra al limitare del bosco, sognato, sperduto e lontano, come nelle fiabe più belle.