La spiritualità uno la cerca dove può.
Ho visto portare offerte di cibo ad una volpe di pietra in Giappone, offrire sacrifici sugli altari cristiani, cercare la direzione della Mecca nei posti più remoti per pregare.
La spiritualità più onesta e sincera io la trovo nella natura: in un temporale che si abbatte improvvisamente, in un bosco coperto dalla neve in inverno, in una rondine che lavora al suo nido, nella solitudine silenziosa in campagna.
Navigare lo Zambesi su una piccola imbarcazione a motore spento può diventare un’esperienza mistica: avvolti da colori mai visti prima si diventa parte integrante della natura circostante, cullati dal fiume.
Al tramonto il sole si trasforma in una palla infuocata che precipitosamente si inabissa eppure, a dispetto della velocità con cui si nasconde, per un tempo lunghissimo inonda ogni cosa di una luce calda mai vista prima.
All’alba Il sole sorge e diffonde piano la sua luce in ogni punto raggiungibile a vista d’occhio e in ogni interstizio recondito dell’anima.
Questo fa l’Africa: scava dentro e caccia fuori con la maestria di un artista esperto che crea un capolavoro facendolo uscire dal marmo.
L’alba sullo Zambesi è avvolgente e calda, ti fa sentire al sicuro.
Le sensazioni più intense vissute in un passato lontano nel tempo e nello spazio riaffiorano senza cercarle, senza alcuno sforzo mentale. L’alba sullo Zambesi è stata la mia madeleine, senza bisogno di papille gustative, o di odori particolari, semplicemente io ero lì, l’orologio spostato di 30 anni indietro, ed ero felice, no, non perché stavo ricordando un momento, io lo stavo vivendo!
La scienza dovrebbe studiare questi fenomeni, sarebbe interessante capire a cosa siano dovuti e imparare a sfruttarne il meccanismo. Tuttavia, ancora una volta potremmo avere la conferma che siamo solo chimica e allora forse è meglio non indagare, e attribuire la felicità di un attimo alla magnificenza del sole che sorge su un enorme fiume lontano da casa.