Livingstone

Livingstone fu capitale dello Zambia quando questo era Rhodesia, un protettorato dell’impero britannico, e si chiama così in onore di David Livingstone: medico missionario, aveva gli obiettivi di evangelizzare tutta l’Africa e scoprire le sorgenti del Nilo, fallì in parte, ma rimane tra i più grandi esploratori dell’800.

Scoprì per primo le cascate Vittoria, trovò la sorgente del fiume Congo, mappò il corso del fiume Zambesi, fornì agli europei dettagliate informazioni su zone del continente nero di cui nessuno sapeva nulla fino a che si persero le sue tracce e fu dato per morto, considerato che se un uomo che aveva attraversato indenne la regione desertica del Kalahari non dà più sue notizie vuol dire che non è più in vita.

Invece, con la celeberrima quanto improbabile frase dottor Livingstone I presume?,fu trovato dal giornalista Henry Stanley partito alla sua ricerca.

La memoria di Livingstone in Zambia è molto viva, e nella città a lui dedicata c’è un museo a suo nome.

Ci sono stata, ma in quel giorno non ero particolarmente in forma: avevo mal di testa, avevo sonno probabilmente perché in uno scatto di inutile anticonformismo avevo deciso di non bere caffè a colazione immaginando di poterne trovare in città, presunzione tipica del viaggiatore medio italofono europocentrico contemporaneo.

Insomma non ho foto del museo, ma vi invito comunque a visitarlo, io ho trovato particolarmente interessante la sezione dedicata all’esploratore, con i suoi oggetti e le sue lettere.

Per curare il mio malessere sono uscita fuori all’aria aperta e mi sono ripresa grazie alla calorosa accoglienza di una scolaresca e delle sue maestre. Quello che mi sta piacendo dello Zambia è trovare molte classi in gita scolastica nei luoghi di interesse e soprattutto trovare molte classi di bambini piccoli dai 3 anni in su che visitano la città, il museo o le cascate.

Questi bambini, per me che resto una maestra, sono una sferzata di energia e dispensatori di gioia.

Rientrando nel lodge godiamo di uno spettacolare tramonto facendo aperitivo sullo Zambesi con il sottofondo del mosi oa tunya

e osservando animali che si muovono indisturbati.

Gli alberghi, qui come altrove nello Zambia, sono a ridosso dei parchi nazionali che, ovviamente, non sono recintati, così capita spesso di incontrare animali selvatici mentre si guida per strada o si passeggia nei lodge.

Non ho fatto in tempo a filmare due dipendenti che allontanavano una giraffa.

Questa è per noi turisti una esperienza davvero particolare ed emozionante, ma quando un elefante ammazza un bambino in un villaggio si comprende che la tutela degli animali, pure  sacrosanta, deve comprendere la tutela delle persone che vivono a ridosso dei parchi che devono portare ricchezza e beneficio soprattutto a loro perché non siano ancora una volta sottomessi e sacrificabili sull’altare dell’opulenza dell’uomo bianco che ha ancora molto da imparare dai terrificanti racconti sulla schiavitù del dottor David Livingstone!

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