Chissà cosa pensasse davvero Ronzinante di sé stesso e del suo magnifico condottiero.

Lo avrà capito che non era un destriero, né il suo padrone un impavido cavaliere errante?

Cervantes non ce lo ha detto, che io sappia, so però che la mia povera Cappuccetto Rosso sa di essere soltanto una vecchia Y e non una giovane Mercedes e tutte le volte che la cavalco per raggiungere posti lontani nella nostra Lucania desolata, asseconda questa pazzia dei 131 guardandomi con fanali interrogativi.

Non appena capisce che deve caricare me e Tiziana con i nostri pacchi di libri lei pensa: – cacchio di nuovo, dove devo scarrozzare queste due matte stavolta?

Ma a Vietri l’ha fatta grossa: ha deciso che era stanca e doveva risparmiarsi perché, si sa, una vecchia signora può avere sbalzi di umore e cali di energia. Ma, dico io, vuoi decidere che devi riposarti proprio quando io devo percorrere 80 km all’andata e altrettanti al ritorno, in pieno inverno? Che poi, all’inizio sembrava tutto ok perché siamo partite al crepuscolo, ma strada facendo mi rendevo conto che diventava sempre più buio: questa idiota della mia macchina ha deciso di spegnere i fari e io ho guidato, all’andata e al ritorno, come camminando con una candela in mano: il bosco c’era, cappuccetto rosso pure, mi aspettavo di veder comparire da un momento all’altro il lupo, gli avrei chiesto volentieri di farci strada.

Ok, siamo arrivate, dobbiamo fare la presentazione perché c’è gente che aspetta, i problemi li risolviamo dopo.

Grata per l’accoglienza ricevuta dalla vicesindaca Carmela Manzella e dalla presidente della pro loco Anna Cardillo, dimentico che devo di nuovo guidare e con gioia presento la mia storia e le mie foto ad un uditorio interessato, e coccolato dalle note degli intermezzi musicali di Mario Giordano, e dalla letture di Franco Pantalena, poeta, che ha voluto anche dedicare a me una sua poesia.

A Vietri non c’è un elettrauto (chiaro cosa significa vivere nei nostri piccoli paesi?) quindi fatta la presentazione nel comune, ci siamo dette ok ormai è fatta, restiamo a cena.

Grazie anche alle bellissime luminarie installate per Natale, non ho avuto problemi a guidare verso la pizzeria, col sottofondo di Tiziana che cantava le meraviglie di questo piccolo paese che sa creare un ambiente incantato a Natale mentre noi che eravamo una città stiamo ancora aspettando due luci nel viale: vexata quaestio sentita cento volte e riproposta ad ogni festa comandata nel nostro amato paesetto in frantumi.

Così riusciamo a passare una serata spensierata e divertente, a chiacchierare di noi dei nostri paesi e dei nostri progetti, e ci salutiamo con un sicuro arrivederci non senza prima aver postato il selfie d’obbligo.

A Vietri ci tornerò, senza dubbio, come in tutti i nostri paesi che sto imparando a conoscere, ci tornerò per ascoltare storie e scattare foto da mettere nel mio prossimo libro, per vedere tutte le bellezze che non ho potuto ammirare: mi ero documentata su Vietri, a partire da un libretto di Edward Lear che era stato in Basilicata nel 1847.

Nel suo “viaggio in Basilicata” Lear scrive :

Vietri si presenta ricca di bellissimi scenari e di stupendi paesaggi. Ha lasciato nella nostra mente una forte impressione di bellezza, anche se gli incantevoli paesaggi naturali cambiavano di ora in ora. In tutto il Regno di Napoli è difficile viaggiare in un posto più delizioso di questo, con la strada che, fino ad Eboli, è un interminabile susseguirsi di scenari magnifici

Ci tornerò di giorno per godere di questa poesia.

Per ora, mentre Tiziana si diverte a fare Cenerentola, io convinco la mia Capuccetto rosso a rimettersi in viaggio

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